Il percorso inizia tra ameni boschi di castagni e poi prosegue per prati e baite. E' un punto panoramico sulla valle sottostante.
Località di partenza: Frachiamo frazione di Sparone
Località di arrivo: Punta Arbella 1879 m
Dislivello: 902 m
Difficoltà : E
Tempo di percorrenza: circa3,30 ore
Ritrovo: ore 6,30 in c.so Regina Margherita ang.c.so Potenza (ex istituto Maffei)
Partenza: ore 6,45
Rientro previsto: indicativamente ore 18
Mezzi di trasporto: Auto proprie
Equipaggiamento: La gita si svolge su sentiero segnalato. Sono indispensabili: pedule o scarponi efficienti, pantaloni lunghi, pile, giacca a vento, mantella o ombrello in caso di maltempo, cappello, occhiali da sole, crema solare, zaino, borraccia. Utili i bastoncini telescopici.
Punti acqua lungo il percorso: frazione Frachiamo
Iscrizioni: presso il Centro Incontri CAI TORINO al Monte dei Cappuccini il venerdì precedente dalle ore 21 alle ore 23
Costi: 3 euro(spese organizzative*)
*NOTA La Sottosezione UET del CAI TORINO raccomanda per i partecipanti non soci la copertura assicurativa infortuni ad euro 5,57 al giorno, e la copertura "soccorso alpino" ad euro 3,00 al giorno.
Per i non soci l'iscrizione deve essere fatta entro il giovedì precedente l'escursione, comunicando data di nascita ed indirizzo.
Accompagnatori:
Biolatto Domenica AE cell. 348 4024822
Aruga Massimo AE cell. 347 4155436
Volpiano Enrico AE cell. 335 5995142
Incerpi Valter ASE cell. 338 2349550
Cartografia: Carta Valle Sacra n. 04 ed. MU 1:20000
Percorso stradale: Corso Regina Margherita, tangenziale, superstrada per Caselle, uscita per Ceresole Reale, Rivarolo, Cuorgnè, Sparone, deviazione per Valle Ribordone, Frachiamo ( 5 Km dopo Sparone)
Percorso escursione:
Parcheggiata l’auto davanti al Santuario della Madonna della Neve a Frachiamo, si percorre il sentiero che inizia proprio dietro allo stesso e attraversa gli orti e le case del paese; seguire i segni rossi. Al centro del paese si trova la fontana del 1880 dove si può fare rifornimento di acqua, lungo il percorso non c’è possibilità di rifornimento in quanto le baite non sono ancora attive.
Il percorso attraversa un primo rio (Rio della Pissa) e prosegue nel bosco di faggi e castagni. Si raggiunge il Rio degli Obertini che si attraversa in un punto prestabilito (bisogna fare attenzione nel caso ci fosse molta acqua).
Seguire il sentiero alla destra del rio nel bosco che inizialmente è poco evidente; si incontrano diverse baite non più utilizzate, fino ad uscire su un bel prato in salita (1200 m circa - Paramea – punto panoramico).
Ora il sentiero si perde nel prato ma abbiamo un paletto con l’indicazione Punta Arbella che ci indica la direzione; passiamo vicino ad una prima baita e poi puntiamo ad altre due a destra del prato (1350 m).
Passiamo fra le due baite e ritorniamo nel bosco fitto, ora composto in prevalenza da noccioli e betulle, segno che un tempo vi erano delle coltivazioni.
Il sentiero prosegue nel bosco con tratti più esposti ma non difficili; è sempre segnato con tacche rosse un po’ sbiadite, si raggiunge la dorsale e un bel punto panoramico (1530 m). Si incontrano delle roccette che si superano e poi si procede alla destra orografica delle stesse. Raggiungiamo l’Alpe Mariola 1671 m. Ora il sentiero è meno faticoso e passiamo vicino all’Alpe Cormetto 1735 m (vedere vasca in pietra)
Il sentiero piega leggermente a sinistra e a 1865 m arriviamo all’anticima e quindi alla vetta 1879 m, punto panoramico sulla valle.
Ritorno dallo stesso percorso.
Il sentiero nel tratto iniziale fino a quota 1580 m sale in direzione circa NNE da questo punto fino a quota 1865 m segue in direzione circa NNO poi, nell’ultimo tratto, volge a N. Il percorso è sempre segnalato con tacche rosse sbiadite, ma ancora evidenti e incontriamo molti terrazzamenti segno di antiche coltivazioni.
Aspetti culturali:
Frachiamo fino al 1950 era molto abitata poi in molti si sono trasferiti per migliorare le proprie condizioni economiche ma ritornano in estate. Passando fra le case si nota che molte sono state ristrutturate. Attualmente abitano ancora stabilmente due famiglie.
La bella chiesa di Frachiamo fu costruita tra il 1778 e il 1781, su progetto dell'architetto Francesco Antonio Bruna, laureato alla Regia Università di Torino, a seguito delle ormai precarie condizioni della vecchia cappella già citata nel 1616.
Nell'anno 1779 compare sulla scena un Conte di Castellamonte non meglio identificato; forse era capitato a Frachiamo per andare a caccia o per qualche altro motivo che si ignora.
Sta di fatto che questo nobile prese a cuore la sorte dell'erigenda chiesa di Frachiamo e sembra abbia preso lui stesso contatti con Francesco A. Bruna, l'architetto che nel 1775 aveva progettato la ristrutturazione del palazzo comunale di Castellamonte.
E di certo questo Conte contribuì anche finanziariamente, perché nonostante la loro disponibilità e volontà, da soli, i frazionisti di Frachiamo, forse non ce l'avrebbero fatta. Questo esimio mecenate è ricordato su una pietra assai rozza, murata sulla facciata della chiesa.
È in parte illeggibile e assai confusa: "Il promotore e fondatore della prima pietra fu il Combetta Conte di Castellamonte. Lì, 7 ago 1779".
L'interno presenta la volta affrescata ed un altare con pala effigiante il miracolo della nevicata sul monte romano dell'Esquilino.
Nel transetto destro si erge l'altare ligneo, di fattura settecentesca, dedicato a Santa Lucia.
Lo slanciato campanile fu ricostruito nel 1866.
Nel prato innanzi al sagrato si può vedere l'inizio della vecchia mulattiera che congiungeva la borgata con il capoluogo di Sparone.
Poco distante dalla chiesa è visibile la "Casa del Cappellano", sede della scuola elementare, già citata nella visita pastorale del 1765; la scuola elementare, sussidiata dal Comune, rimase attiva fino agli anni '80.
Sparone (Sparon in piemontese Sparun in francoprovenzale; è un comune italianodi 1.109 abitanti situato nella valle dell'Orco.
Ai piedi dei ruderi dell'antica roccaforte di Arduino, vengono celebrate delle manifestazioni storiche in onore di Arduino di Ivrea.
Nel XII secolo la Rocca fu contesa dalle Casate del San Martino e dei Valperga per il possesso dell'alto Canavese.
In seguito passò sotto il Marchesato del Monferrato e nel 1839 venne ceduta ai Savoia.
Sparone inoltre è raffigurato nelle cartine geografiche affrescate ai musei vaticani, volute da Papa Gregorio XIII tra il 1580 e il 1585.
la sua evoluzione demografica:
dal l861 al 1901 è passata da 2636 a 2850 abitanti
dal 1901 al 1921 è passata da 2850 a 2460 abitanti
dal 1921 al 1971 è passata da 2460 a 1220 abitanti
dal 1971 al 2011 è passata da 2460 a 1090 abitanti
La chiesa di Santa Croce sorge sulla Rocca di Sparoneove esisteva, già prima dall'anno 1000, l'antico castrumche, secondo la tradizione, vide Re Arduino sostenere con successo l'assedio delle truppe dell'imperatore EnricoII di Germaniariuscendo a sostenere vittoriosamente l'assedio tra il 1004ed il 1005.
Del castello e delle antiche fortificazioni rimangono solo suggestive rovine, all'interno delle quali è situata la chiesa romanica di santa Croce.
Recenti lavori di restauro hanno riportato alla luce importanti affreschi gotici databili verso la fine del Trecento
L'aspetto della chiesa è alquanto sobrio: il suo fianco sinistro è addossato alle mura perimetrali della rocca; l'abside ed il fianco destro sono decorati con lesene intervallate da archetti pensili binati, elementi tipici, almeno dall'XI secolo, dello stile romanico.
La primitiva architettura romanica venne modificata, senza tuttavia essere stravolta, negli anni successivi. Risalgono al XVIII secolo i rimaneggiamenti che hanno portato alla costruzione di una cappella affrescata che si apre sulla parte destra della chiesa, dedicata a san Vincenzo Ferrari.
Anche il pronao addossato alla facciata rappresenta un'aggiunta dello stesso periodo.
I restauri iniziati nel 1999 hanno portato alla luce gli affreschi dell'Angelo annunziante e la Vergine annunziata posti sull'arco absidale.
Nel catino dell'abside troviamo il Cristo pantocratore attorniato dai quattro Evangelisti e nella fascia sottostante la toria dei Dodici Apostoli.
Gli affreschi vengono datati nell'ultimo ventennio del XIV secolo di tradizione giottesca dell'area lombarda.
Significato del Gesù pantocratore:
E' una raffigurazione di Gesù tipica dell'arte bizantina e in genere paleocristiana e anche medievale, soprattutto presente nei mosaici e affreschi absidali. Egli è ritratto in atteggiamento maestoso e severo, seduto su un trono, nell'atto di benedire con le tre dita della mano destra, secondo l'uso ortodosso.
Si fa presente che il raggiungimento della meta terrà conto delle condizioni meteo del momento e sarà deciso ad insindacabile giudizio degli accompagnatori.